Il marmo bianco della Croda Jenn
55-web

Il marmo bianco della Croda Jenn

Il marmo della Croda Jenn
Il marmo bianco di Lasa, conosciuto come pregiata pietra per scultori in tutto il mondo, giace nella Croda Jenn. La Croda Jenn con i suoi 2.962 m si innalza in sponda orografica destra della Val Venosta tra Lasa e Covelano. Nel suo ventre racchiude le banche di marmo bianco. Questo marmo è una pietra metamorfica. Le origini risalgono a strati fangosi calcari di consistente spessore sullo sfondo di una laguna subtropica. La deposizione di questi sedimenti calcari ebbe inizio 500 milioni di anni fa nell´ era del cambrio. Ne danno origine gli scheletri calcari di specie vegetali ed animali sospesi nel plankton e attaccate alle rocce sottomarine. Nelle nostre montagne le sostanze calcaree sottomarine giungono tramite intrusione. Il continente Pangea si spezza in più parti e la placca africana si inserisce sotto la placca eurasiatica. Durante questo processo il sottofondo marino viene spostato orizzontalmente per centinaia di chilometri verso nord e in verticale per centinaia di metri verso l’alto. Il materiale è esposto a differenti condizioni di temperatura e pressione e per questo subisce forti modifiche.
 
Le due metamorfosi
Il marmo della Croda Jenn ha subito due metamorfosi, la metamorfosi variscica e la metamorfosi alpidica. La metamorfosi variscica risale a 350 -320 milioni di anni fa e avviene quindi nell’era del carbonio. La seconda metamorfosi, quella alpidica si è verificata tra 90 e 70 milioni di anni durante l’epoca del cretaceo a temperature di 500° C e pressioni tra 6-8 kilobar. Nella sua composizione chimica il marmo consiste per 96-98% di carbonato di calcio. Nella scala logaritmica a dieci gradi di F. Mohs, con la quale vengono classificati i minerali e le pietre per la loro durezza, il marmo dalla Croda Jenn è inserito con il grado 3,5, quando il quarzo raggiunge una durezza di 7 gradi e il diamante figura con 10 gradi.

La coltivazione delle cave
Da quando esistono documenti scritti sappiamo che la prima attività estrattiva a ciel aperto del marmo si registra nell’anno 1750 alla base del Croda Jenn sul lato est con lo scalpellino bavarese Johann Schmidinger. In Val di Lasa sul lato ovest della Croda Jenni il pioniere dell´ estrazione marmifera si chiama Bernhard Schweizer che nel 1820 scava le prime gallerie in sotterranea. L’utilizzo della pietra bianca che dà nell’occhio risale però all’era preistorica. Ne danno testimonianza i monoliti dell´ era del bronzo di Laces e Vezzano. E anche le pietre miliari della Via Claudio Augusta dei Romani, che almeno in parte in Val Venosta furono eretti in marmo bianco.
Le cave di marmo di Lasa e di Covelano furono già coltivate molti anni prima dell´ istituzione del Parco Nazionale dello Stelvio avvenuta nel 1935. Nel Piano per il Parco, attualmente in fase die approvazione, la zona dei giacimenti marmiferi è classificata come zona di sviluppo economico sociale e a seguito di questa classificazione l´ estrazione marmifera rimarrà ammissibile anche in futuro.
Al momento vengono coltivate due cave: La Cava dell’Acqua Bianca a metà della Val di Lasa sul fianco ovest della Croda Jenn e la Cava di Covelano a monte della omonima malga. La quantità estratta e trasportata a valle per lavorazione raggiunge circa 2.000 m² all’anno per singola cava. Secondo lo studio dei geologi padovani Gregnanin e Brigo, risalente agli anni 1980 i giacimenti marmiferi nella Croda Jenn ammontano a diverse centinaia di migliaia di metri cubi.
Nella tecnica estrattiva nel tempo si possono distinguere tre fasi rispettivamente metodi:
• L’apposizione di cunei in legno di larice lungo fessure naturali della roccia, che bagnati, si allargano e spaccano la roccia. Questo metodo era rudimentale ma rispettoso del materiale.
• Il taglio con il filo di acciaio bifilare che circolava in un circuito chiuso attorno alla parete. Nella loro scanalatura i fili trasportarono sabbia di quarzo. Il taglio dei blocchi avveniva per via della differente durezza dei minerali: Il quarzo è molto più duro del carbonato di calcio del marmo. Questa tecnica di taglio fu utilizzata per decenni in combinazione con lo sparo a mine per gli sbancamenti dello scisto.
• Il taglio con la lama e la sega diamantata: Questa tecnica è in uso dagli anni 1980. Permette un taglio economico e preciso senza spreco di materiale.
La lavorazione del marmo
Il marmo della Croda Jenn è composto per il 96-98 % da carbonato di calcio. Si è originariamente formato da strati calcari molto puri. La sua purezza, resistenza e durezza lo predestinano come lapide per sculture. L’utilizzo in arte ha origini molto antiche. Durante l’era carolingia e romana venne utilizzato soprattutto nell´ arte sacrale. Come gioiello in loco ne è dimostrazione l’asside romanica della chiesa parrocchiale San Giovanni Battista a Lasa. Periodo di particolare fioritura furono gli anni prima dello scoppio del Prima Grande Guerra, quando vennero realizzate a Lasa opere su incarico della corte imperiale Asburgica, che ancora oggi abbelliscono il corso della Ringstraße a Vienna come la fontana dei grandi fiumi ed il monumento per la dea della saggezza Pallas Athene. Monumenti in onore di grandi personalità furono incisi nella prestigiosa pietra bianca per Vienna, la Walhalla nei pressi di Regensburg o Berlino. Anche le decine di migliaia di croci commemorative sui cimiteri militari per i soldati americani caduti in guerra sono state scolpite a mano a Lasa nella pietra bianca. In tempi recenti ne danno dimostrazione della qualità del marmo l´Oculus come spettacolare centro della nuova stazione metropolitana Transportation Hert World Center di New York oppure il pianoforte in marmo eretto nel cimitero centrale di Vienna per commemorare il cantante Udo Jürgens.

La scuola per scalpellini e scultori a Lasa 
Sotto la monarchia asburgica a Lasa negli anni dal 1879 al 1911 esisteva una scuola professionale per la formazione ad alto livello tecnico di scalpellini e scultori in pietra. Su iniziativa dell’amministrazione comunale di Lasa nell’anno 1983 a seguito di una decisione della giunta provinciale della Provincia Autonoma di Bolzano Alto Adige è stata ripresa l’iniziativa per la formazione professionale in loco di queste professioni della lavorazione della pietra in arte. La scuola con sede a Lasa è aggregata alla scuola professionale provinciale di Silandro. Dopo una formazione triennale a tempo pieno si conclude con l’abilitazione a garzone. Dopo altri corsi di specializzazione ed un praticantato rilascia la qualifica a maestro artigianale. Le lezioni comprendono materie di formazione generale e di formazione pratica speciale. La scuola è aperta anche a stranieri a patto che riescano a seguire il tedesco come lingua di insegnamento.



Testo: Wolfgang Platter, 8 gennaio 2020
Ufficio per il Parco Nazionale dello Stelvio
Eventi Meteo Webcam